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Federagenti, guerre nel mondo pesano sui commerci via mare

 Santi, effetti? Scarsità prodotti fondamentali sopravvivenza

12 agosto, 17:42
Federagenti, guerre nel mondo pesano sui commerci via mare Federagenti, guerre nel mondo pesano sui commerci via mare

Federagenti, la federazione italiana degli agenti marittimi, lancia l'allarme su guerre e conflitti, più o meno conosciuti, che incombono sull'interscambio via mare colpendo i nodi strategici del commercio mondiale con effetti sui flussi di merci, portando scarsità di prodotti fondamentali. "Odessa, Chornomorsk, Bab-El-Mandeb, Ashdod, Stretto di Taiwan, Kherson, Bosforo e Dardanelli, Suez - elenca il presidente Alessandro Santi -: per chi come noi opera nel campo dei traffici marittimi questi nomi di porti sparsi nel mondo sono altrettante punte dell'iceberg di conflitti e di guerre, sempre meno locali e sempre più globali che stanno impattando su nodi strategici del commercio mondiale - dice - dal Mediterraneo all'Africa occidentale e orientale, dal Mar Nero al Mare della Cina, dal Centro America al Sud Est asiatico, alla Corea". Gli effetti si misurano nella scarsità "dei prodotti fondamentali per la sopravvivenza delle persone e delle aziende come pure nella spinta inflattiva" aggiunge Santi che cita la cargo watchlist della International Underwriting Association (Iua): "all'inizio del 2019 presentava 49 aree di rischio di cui 15 nella fascia da alta ad estrema mentre oggi le aree a rischio sono 61 (+25%) e quelle nella fascia alta di conflitti in campo aperto sono balzate a 21 (+40%)". "Non analizzare e non comprendere che queste tensioni si tradurranno in problemi seri per i trasporti marittimi ma anche nella minaccia di fratture nelle catene di approvvigionamento e, in maniera più ampia, nel minare il concetto di democrazie liberali - aggiunge Santi - è sintomo di una "strategia dello struzzo" che metterà a repentaglio economia ed equilibri sociali nei paesi occidentali". Non si parla solo di aree lontane come Taiwan o lo Yemen. "Lo stretto di Sicilia come pure il Mediterraneo sud orientale (Libia, Cipro, Turchia) - dice il presidente di Federagenti - sono e diventeranno sempre più aree di tensione che provocheranno strozzature logistiche oltre a provocare in parallelo un incremento esponenziale dei flussi migratori prevedibili dal nord Africa verso la nostra penisola, creando le premesse per situazioni fuori controllo". Per questo Santi lancia un appello. "Ci rivolgiamo in anticipo a chi governerà questo Paese e in ritardo rispetto alla comprensione dei rischi che ci riguardano direttamente: i nostri porti e i nostri spazi marittimi devono diventare snodi efficienti e non colli di bottiglia, devono essere innervati nelle reti Ten-T e nelle catene di valore che si genereranno a fronte di scelte di politica internazionale, devono rispondere alle esigenze di un piano strategico nazionale su energia, materie prime essenziali e transizione ecologica che va pensato e costruito - conclude - come primario obiettivo del nuovo Governo". (ANSA).

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