Un appuntamento importante per un settore che sta attraversando una difficile crisi a causa dell'esplosione del prezzo del gasolio doppio rispetto allo scorso anno, che sta costringendo i pescherecci a navigare in perdita o a tagliare le uscite, favorendo così le importazioni.
Fino ad oltre la metà dei costi che le aziende ittiche devono sostenere è rappresentata proprio dal carburante; non a caso gli arrivi di prodotti ittici dall'estero sono aumentati del 27% in valore nei primi sette mesi del 2022. Un trend che va a peggiorare una situazione in cui la produzione nazionale di pesce è di circa 180mila tonnellate, mentre le importazioni tra fresco e congelato sono di circa 840mila tonnellate l'anno. Ma a pesare, denuncia Coldiretti Impresapesca, sono anche le scelte dell'Ue che hanno portato a una riduzione dell'attività per il segmento più produttivo come quello dello strascico, a poco più di 120 giorni, pari ad un terzo delle giornate annue, portandola sotto la soglia della sostenibilità economica. Il risultato è che nello spazio di una generazione la flotta italiana si è ridotta di un terzo, scendendo ad appena 12mila unità, con un numero di quasi 30mila addetti.
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