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Design & Giardino

Giardini e balconi d'estate, come averli verdi e senza usare acqua potabile

Rain gardens, bioritenzione, vasche, botti e gelatine per recupero dell'acqua piovana

Botti per la raccolta dell'acqua piovana dalle grondaie © ANSA
  • di Agnese Ferrara
  • 27 agosto 2022
  • 20:09

Estate calda e siccità, Alberi, aiuole, prati e balconi a secco. Che fare? Se l'abitudine è quella di aprire i rubinetti dell'acqua potabile per salvarli è il momento invece di cambiare i nostri comportamenti. Nuove (e vecchie, ma in disuso) modalità di ‘resistenza’ alla siccità si fanno strada e con l’aiuto di ricercatori ed esperti del recupero dell’acqua piovana potremmo tutti cominciare a pensare di staccare le grondaie dai nostri tetti deviando l’acqua piovana per conservarla e usarla per irrigare i propri condomini, giardini o villette, ma anche per altri usi domestici. Parlare di pioggia adesso pare fuori luogo ma, proprio per la sua recente rarità, sprecare l’acqua è veramente un peccato ed è ora di ragionarci a livello istituzionale, pubblico e privato. Il recupero delle acque meteoriche ci permetterebbe di averne una scorta per aiuole, giardini e balconi più verdi e magari ci farebbe acquisire nuove buone abitudini opposte alle attuali che ci vedono usare invece l’acqua potabile perfino per lo scarico dei water, lavare le automobili, irrigare i prati o lavare le strade cittadine.
“Tenendo conto che, nello stato climatico attuale in cui gli acquazzoni sono diventati ‘bombe d’acqua’ che all’improvviso creano allagamenti ed erosione e finendo nelle fogne intasano il sistema che non è tarato su tali portate, portano a galla le acque sporche creando pozzanghere piene di batteri e alterano perfino i sistemi di filtrazione dei depuratori a valle, sarebbe ora di cambiare rotta, tenendo anche conto che non possiamo più permetterci di sprecare l’acqua potabile,” precisa Giulio Senes, docente di Rural landscape planning and landscape design all’università di Milano. Insieme a Raffaele Bonsignori, entrambi del dipartimento di scienze agricole ambientali dell’ateneo, Senes ha appena pubblicato il volume ‘Sustainable drainage systems - soluzioni progettuali tipo di infrastrutture verdi per la gestione delle acqua meteoriche’ , edito da Acer – Il Verde Editoriale. In questo periodo di grande siccità e di spreco dell’acqua potabile il nuovo libro si trasforma nei fatti in un appello a cambiare mentalità per intraprendere nuove strategie e soluzioni nel progettare palazzi, villette, uffici e spazi pubblici e privati.
Quali sono le soluzioni green più efficaci, anche innovativo, per curare le aree verdi e non sprecare più acqua potabile? “Anche osservando le abitudini di alcune zone della penisola colpite da sempre dalla siccità, si possono progettare o modificare case, uffici e condomini includendo vasche di raccolta dell’acqua piovana che confluisce dalle gronde. Le vasche si possono interrare, possono essere aeree, creare fontane e, per spazi più limitati e piccoli giardini privati, si possono invece usare apposite botti dotate di rubinetto, così come usano i paesi del Nord Europa e gli Stati Uniti da molti anni, - suggerisce Senes. - In Lombardia ogni nuovo intervento di edificazione prevede lo smaltimento delle acque piovane, ma a livello nazionale, pubblico o privato, non esistono regole per il drenaggio urbano".
Poi ci sono i ‘rain garden’, giardini che si irrigano da soli riducendo così l’intervento umano con uso di acqua potabile. “Si tratta di aree dotate di zone verdi concave, che raccolgono l’acqua piovana in eccesso anche intercettandola dalle superfici circostanti. Con un sistema di piante idonee e pietre sul fondo, rilasciano nuovamente l’acqua nel giro di 72 ore. Non creano stagni e non permettono alle zanzare di riprodursi perché l’acqua circola nuovamente e non ristagna” sottolinea l’esperto. Seguono le aiuole di ‘bioritenzione’ che, invece di essere create sopra il livello dei giardino o delle strade, vengono costruite ad un livello inferiore in modo tale da raccogliere e sfruttare meglio la pioggia. Inoltre i tetti verdi, che si alimentano da soli con un sistema di vaschette sottostanti in cui defluisce l’acqua meteorica. Ci sono piante più adatte rispetto ad altre per i rain gardens ed è bene regolarsi di conseguenza.
Raffaele Bonsignori  fornisce un elenco esaustivo: tra gli alberi: Acer spp., Aesculus hippocastanum, Amelanchier spp., Betula pendula, Fraxinus spp., Ginkgo biloba, Gleditsia triacanthos, Liquidambar styraciflua, Nyssa spp., Populus spp., Quercus spp., Salix spp., Sambucus nigra, Taxodium distichum; Come arbusti Cornus spp., Corylus avellana, Cotoneaster spp., Frangula alnus, Hydrangea spp., Mahonia aquifolium, Rhus spp., Rosa rugosa, Spiraea spp., Viburnum spp. Per le erbacee perenni: Aster spp., Geranium spp., Geum spp., Hemerocallis spp., Hosta spp., Iris spp., Lychnis spp., Lythrum salicaria, Rudbeckia spp. Come piante ornamentali: Deschampsia cespitosa, Juncus spp., Mischanthus sinensis, Panicum virgatum. Ci sono anche, per la zona asciutta: Lavandula stoechas, Panicum virgatum, Euryops pectinatus, Helichrysum italicum. Per la zona di mezzo: Rudbeckia fulgida, Gaura lindheimeri, Aster novae-angliae, Narcissus pseudonarcissus. Infine, per la zona umida: Hemerocallis hybrida, Lythrum salicaria, Primula vulgaris e Liatris spicata.
E per i balconi? “Sono diventate urgenti nuove decisioni comuni che i condomini dovrebbero intraprendere per deviare le grondaie in vasche di raccolta e sfruttare così al meglio la pioggia come acqua di irrigazione per le famiglie. Si potrebbe perfino sfruttare per lo scarico dei water. L’Italia è molto indietro su questo fronte. In commercio comunque ci sono nuovi sistemi che idratano e nutrono le nostre piante. Sono speciali gelatine che rilasciano per qualche giorno l’acqua. Ad oggi però l’unico modo è installare un sistema di irrigazione a goccia che usa meno acqua rispetto al classico tubo a spruzzo”.

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