#Freenotfreezed è il nome della
campagna lanciata oggi da ActionAid per chiedere al governo
strumenti concreti per supportare le donne vittime di violenze
"nel percorso di affermazione della loro libertà", come spiegato
dall'organizzazione. Il sottotitolo della campagna è "Libere
dalla violenza, congelate dalla politica". Così nella
centralissima Piazza Di Pietra, a Roma, Claudia Gerini,
ambasciatrice di #freenotfreezed, ha svelato una statua di
ghiaccio. L'opera rappresenta una donna che fa un passo avanti
verso il futuro, con coraggio, simbolo della volontà di
riprendere in mano la propria vita. Questo però non si realizza
perché la donna è congelata "dalla mancanza di politiche
adeguate da parte dello stato", ha sottolineato la vice
segretaria generale di ActionAid Italia, Katia Scannavini. Da
oggi sul sito actionaid.it/freenotfreezed è attiva la petizione
"per chiedere al nuovo governo di mettere in campo degli
strumenti concreti per supportare queste donne, come un reddito,
quindi un supporto economico, un lavoro dignitoso e una casa
sicura - ha spiegato all'ANSA Scannavini - Questo permetterebbe
alle donne uscite da un centro antiviolenza di pensare a un
futuro, spesso anche con dei figli, perché si scappa anche con
loro".
"Immaginate di aver avuto la forza di liberarvi da una
situazione di violenza domestica e di aver intrapreso un
percorso in un centro antiviolenza. Immaginate di aver avuto il
coraggio di lasciare la vostra casa, le vostre abitudini, tutto,
per ricominciare da capo. Immaginate, a questo punto, di
scoprire di non avere i mezzi e l'aiuto sufficienti da parte
dello stato per poter riprendere in mano la vostra vita. Vi
sentireste congelate e congelati", ha detto Claudia Gerini nel
svelare l'opera inizialmente coperta da un drappo rosso. Intorno
all'installazione ci sono le storie di alcune donne vittime di
violenza scritte su dei cartoncini. La statua - realizzata in
una settimana da Francesco Falasconi - si scioglierà in
giornata. "Il ghiaccio rappresenta le politiche inadeguate. Lo
sciogliersi di questo potrebbe ridare libertà alle donne", ha
spiegato Scannavini.
"C'è bisogno di supportare le vittime di violenza quando escono
dai centri e vogliono reintegrarsi nella società come
lavoratrici - ha detto Gerini -. Noi chiediamo una risposta
della politica, nel modo più rapido possibile, sia per il
momento emergenziale sia per il dopo, per accompagnare queste
donne che hanno il diritto di essere aiutate".
"Oggi sono presenti sicuramente più strumenti rispetto al
passato, ma non ci sono politiche integrate tra loro e perciò è
impossibile metterle in pratica. Sono frammentarie e inadeguate
- ha aggiunto Scannavini -. I fondi a disposizione per le
vittime di violenza sono sempre molto ristretti. E ci sono
misure che non vengono declinate per loro. Ogni anno sono circa
50mila le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza: è un
loro diritto ricevere tutti gli strumenti per riprendere in mano
la propria vita".
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