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>>>ANSA/ Anche Sincrotrone Trieste vittima del caro bollette

Centro è 'energivoro'. Chiusura manutenzione si allunga a marzo

Redazione ANSA TRIESTE
(di Francesco De Filippo) (ANSA) - TRIESTE, 26 NOV - Produce luce per esperimenti complessi, attività per la quale si consumano 30 gigawatt/ora di energia elettrica e si bruciano 5,5 milioni di metri cubi di gas naturale in due centrali di altissima efficienza. Insomma, non una bolletta qualunque, ma una cifra che, secondo proiezioni elaborate sull'attuale costo dell'energia elettrica e considerando le agevolazioni disposte dal Governo, nel 2023 oscillerà tra i 16 e i 19 milioni di euro. Il doppio di quanto solitamente è accantonato dal budget per le spese di energia elettrica. E' per questo che l' acceleratore di particelle Elettra Sincrotrone di Basovizza, sul Carso triestino, dimezzerà la sua attività.

Lo farà nei mesi invernali, quando il costo della bolletta è più salato (con luglio e agosto), dunque la consueta chiusura del mese di gennaio, per manutenzione, si allungherà fino alla fine di marzo. Questo è lo scenario fino a tutto giugno 2023, visto che la programmazione viene fatta semestralmente dal momento che si arrampicano sul Carso ricercatori e ricercatori industriali provenienti da 50 Paesi per compiere i propri esperimenti con la macchina. E prima di mettersi in viaggio devono essere sicuri di poterla utilizzare. In realtà gli acceleratori sono due, Elettra e Fermi e producono luce che viene erogata a stazioni sperimentali (28 sul primo e 5 sul secondo), 24h al giorno, 7 giorni su 7. "Allungheremo i periodi di ferma, così anche da concentrare le nostre risorse, come era previsto per 2024 e 2025 - per la costruzione della nuova macchina di luce, Elettra 2.0", spiega il presidente di Elettra Sincrotrone, Alfonso Franciosi. Ma questo "danneggia la ricerca mondiale: riceviamo 1.200 proposte per fare esperimenti e ne accettiamo 500, ora ne potremo accettare 250. Se un ricercatore aveva una probabilità su due o una su tre per fare esperimenti ora ne avrà una su quattro o una su sei. Ma meno ricerca significa meno risultati, meno pubblicazioni e meno risposte da dare".

Non è una situazione locale ma un "fenomeno generale di tutti laboratori di ricerca europei che usano acceleratori di particelle: il Cern e tutti i grandi laboratori, ce ne sono una ventina, l'Infn, il Cnr. Nessuno ha 10 milioni di euro di risorse aggiuntive per coprire l'aumento dei costi". Finora le lettere inviate ai ministri competenti dal Sincrotrone e dal Governatore Fedriga sono rimaste senza risposta". Ma anche qui, non è solo una questione locale: "La Commissione europea non è in grado di elaborare un piano decente, che non faccia ridere...

siamo tutti frustrati, la Commissione ci prende in giro".

(ANSA).

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