Solo l'1,7% delle aziende in Europa
ha stipulato una polizza sul rischio ambientale. Lo afferma
l'Uni, ente italiano di normazione, spiegando che dall'Italia "è
partito un processo di alfabetizzazione sul tema del danno
ambientale per le organizzazioni che è arrivato fino a
Bruxelles, sul tavolo della Commissione Europea: davanti ai 27
ministri dell'Ambiente Ue, è stata presentata in anteprima
"Ambiente Protetto" - PdR Uni 107:2021, l'innovativa
certificazione made in Italy sulla responsabilità ambientale
delle aziende, implementata e sviluppata dal consorzio Pool
Ambiente (di Coriassicurazione, nato dopo il disastro ambientale
di Seveso nel 1979 e centro d'eccellenza per il know-how sui
rischi ambientali e sui sinistri) in collaborazione con l'Uni.
"Uno strumento - spiega una nota - che ha, tra gli obiettivi
principali, quello di ridurre drasticamente (-73%), portandoli
quasi a zero, il numero di casi di danno ambientale provocato
dalle imprese, spingendo le aziende, di ogni settore e
dimensione, ad attuare misure di prevenzione e protezione delle
risorse naturali che abbiano il miglior rapporto costi-benefici
e incoraggiandole a dotarsi di assicurazioni per la copertura
contro i rischi ambientali per poterli così gestire in maniera
più efficace".
"La prevenzione e il risanamento dei danni provocati sul
nostro ecosistema devono diventare i pilastri di ogni moderna
politica ambientale" ha spiegato Lisa Casali, manager di Pool
Ambiente, nel suo intervento alla Commissione Europea.
"Le aziende europee, ad eccezione di quelle tedesche,
ignorano o sottovalutano la prevenzione del danno ambientale"
afferma Uni nella nota, osservando che "una dimostrazione di
come la sostenibilità ambientale per le aziende si traduca,
molto spesso, solo nella ricerca di un posizionamento green di
facciata".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA